12 marzo, 2012

Affrescando -1


L'affresco è un dipinto eseguito sopra ad una  intonacatura” di calce fresca (calcina), cioè appena data e prima ancora che si secchi, sulla quale s’interviene con dei colori semplicemente macinati e diluiti con acqua. Tale tecnica non comprende ogni modo di dipingere direttamente sul muro, ma si ottiene, esclusivamente, quando ci si avvale del principio di “fermare” il colore, intriso nell’intonaco ancora umido, usando il processo di carbonatazione della calce. La parola di cui si servivano i Greci per indicare questa pittura che significa sull'umido”, ben è tradotta con le voci “a fresco”, “ad affresco” o “fresco”. Per effetto dell'idrato di calcio, che si trova nella calcina, e dell’acido carbonico, presente nell'atmosfera, il colore, applicato sulla calcina, viene a “fissarsi gradualmente, diviene insolu­bile e si trasforma in una superficie compatta, di consistenza marmorea, che chiude in sé il colore (così come avviene nei marmi colorati esistenti in na­tura). Combinandosi, peraltro, con la vetrosità prodotta dalla calcina, il colore acquista un aspetto di particolare “potenza” che viene a caratterizzare, profondamente, la pit­tura ad affresco e la differenzia da qualsiasi altra pittura. Tale forza cromatica decade se l'affresco viene ritoccato a tempera o ad olio.
Come cercheremo di dimostrare in questo “avventuroso viaggio” alla scoperta dell’affresco, esso rappresenta la tecnica “principe” della pittura murale; << … la pittura a olio -  sostiene Franco Beraldo[1] -  è legata alla rappresentazione della realtà oggettiva che ci circonda. L'affresco invece non si collega più al naturalismo, ma può entrare in una realtà, in una dimensione quasi metafisica. In questo senso può essere il tramite per rappresentare l'immagine del mondo che ognuno ha dentro di sé come una droga che lo sciamano prende per entrare in una realtà altra. Giorgio Vasari sosteneva che l'affresco è l'unica vera pittura dell'uomo e che introduce in una realtà immateriale metà fisica e metà spirituale. Nell'affresco la calcina brucia i colori, anche i più accesi subiscono così una sorta di spegnimento, e questo bruciare è come evocare un ricordo a occhi chiusi, e la realtà ci appare con i contorni non netti ma sfumati : ricordiamo meglio le voci dei volti, più l'atmosfera che la precisione di un momento. L'affresco è come il ricordo, restituisce la stessa vaghezza, la stessa atmosfera evocativa >>.
Con il presente lavoro-studio si è cercato, così, di ripercorrere, sia teoricamente che praticamente il cammino, arduo, ma affascinante che gli artisti d’ogni tempo e luogo hanno affrontato, non senza piccole e grandi difficoltà, (ma, ovviamente, con ben altri mezzi, abilità e competenze), nel cimentarsi nella tecnica pittorica dell’affresco, amata e temuta anche dai più grandi. A tal proposito, l’insigne Caravaggio, << … nell’impossibilità di ottenere nell’affresco il vigore di lume che gli è proprio, probabilmente, non usò mai questa tecnica. >>[2]. Si limitò all’uso di tele anche quando occorreva lavorare su dimensioni molto estese, anche perché questo gli permetteva di non eseguire il dipinto in loco.

Il panico di fronte all’incognita del “muro bianco” sul quale abbiamo cercato di trasferire conoscenze e competenze tecniche, anche se non pienamente assimilate e sperimentate, ma, soprattutto sul quale trasmettere sentimenti ed ispirazioni, si è, dunque, rivelata un’emozione unica ed irripetibile, che, per lungo tempo, ha monopolizzato ogni attenzione. Nell’esecuzione pratica dell’affresco, il senso d’inadeguatezza si univa inscindibilmente alla volontà di misurarsi con questa grande e complessa esperienza, ma, per fortuna, veniva di volta in volta superato dalla voglia di fare e di esprimersi.
La scelta del soggetto è stata dettata dagli studi sul Liberty affrontati precedentemente, i quali hanno, senza dubbio, sostenuto l’ispirazione iniziale, nell’impianto e nella struttura dell’opera, facendosi strada e mescolandosi lentamente ed inevitabilmente a reminescenze diverse nonché al mio gusto personale ed alla mia personale sensibilità.
Si spera che l’esito finale risulti accettabile … se non altro perché sorretto da una sincera passione e voglia di esprimersi e sperimentare.

E. Vilardo - Foto Generale - Affresco Quattro Stagioni - 2005



[1] La Dimensione Metafisica dell’Affresco, dialogo tra Paolo Levi e Franco Beraldo, Sito Internet : www. Beraldo.it
[2] Fourcade Francois, La Pittura Murale di Tun Huang, Milano, Garzanti,
p. 323

Nessun commento:

Posta un commento