29 febbraio, 2012

Restaurando - 1


Un'altro aspetto fondamentale nella mia formazione è di sicuro il "restauro", l'amore profondo per l'antico e per tutto ciò che ha bisogno delle mie "cure" per ri-acquisire l'antica e giovanile bellezza.

Una poesia che scrissi proprio all'inizio della mia esperienza di restauro, dice tanto al riguardo, e mi rievoca tanti dolcissimi ricordi...


L’ANGELO DI PIETRA…”

     DA IERI IL DOMANI


Io inseguo la mia voglia di vivere e creare, e con un angelo di pietra tra le mani ho capito tante cose .
Un piccolo angelo deturpato, offeso dalle intemperie, imprigionato nelle croste del tempo, l’antico splendore insozzato e nascosto da strati di nera fuliggine .
L’ho sanato, gli ho ridato lentamente, pazientemente, instancabilmente il respiro, ora vive di nuova vita e m’illumina . Mi indica la via .
Ho vent’anni, voglio smettere di vivere per inerzia .
Voglio smettere di non sapere ciò che voglio, ciò che desidero, voglio avere coscienza di quello che sono, di quello che valgo, voglio smettere di non vivere .
Voglio sognare, inseguire i miei sogni, aggrapparmi a loro con forza, non farli scivolare nel passato, bensì renderli lo specchio del mio futuro .
Voglio aprire il mio cassetto e scendere a compromessi con la vita .
Voglio darmi tempo per capire e sentire il mio cuore, la mia anima e la mia mente, però, con una certa sollecitudine…ahimè i treni si perdono anche a vent’anni!
Voglio amare me stessa e curare tutti i miei desideri .
Non voglio più lasciarmi condurre dagli eventi della vita, mai più scivolerò via senza manifestare chi sono e cosa ambisco .
Voglio giocare la partita con la vita, che poi è anche con la morte.
Un giorno vincerà lei, oggi, forse, vincerò io…almeno saremo pari .
Mi giunge l’eco, lontano, di una canzone che mi da forza e voglia di realizzare : “Si può fare, si può fare, si può prendere e lasciare, per poi…RICOMINCIARE”.


E. Vilardo, GENNAIO 2001


E. Vilardo -L'Angelo Donna - Tecnica Mista su Carta - 2003-2004

26 febbraio, 2012

Tango Passion -2


Al Tango
di E. Vilardo

E quando,una Mattina, ti Svegli con un Tango nelle Orecchie,
che rimbomba sino alle caverne membranose del tuo Cuore,
sai che questi non ti lascerà Mai Più
Quando rumori stridenti, e scattosi, di Milonghe movimentate,
appassionate, accorate e scoppiettanti, al ritmo dell’un…due…e tre…
scandiscono i passi del tuo ritmo giornalierola cosiddetta 'Febbre da Tango' è esplosa, radicandosi in modo inguaribile dentro di te.
E comincia così…
Vedi un mondo tinto di Rosa ed Azzurro, dove c’è sempre un Alba pronta ad Accoglierti,
con il suo caldo, rosso e pomposo Sole che spunta, orgoglioso…
Vedi Rondini leggiadre e sfuggenti in lontananza...
e concludi la tua giornata con la visione di un Mare, sereno e rilassante,  dove  scorgi “cadere”, e “sciogliere”, quel declamato “Rosso Sole”…
E. Vilardo - Angolazioni di Tango - Tecnica mista su Cartoncino  - Particolare dei Visi - 2004-2005 - 1
e magari stando insieme ad un Compagno che sa ‘cadere’ d’Immenso Insieme a te e Con te…a quel Profondo, Suadente, Rigenerante, ritmo del Tango che…
lasciatemelo dire……E’ Tutta un’Altra Cosa…

E. Vilardo - Angolazioni di Tango - Tecnica mista su Carta - 2006 - 1

21 febbraio, 2012

Tango Passion -1

Le mie creazioni seguono vari livelli e percorsi.....alcuni sono stati trattati nei post precedenti, altri sono a me ancora "nascosti"...
Il mio percorso creativo ha molte, forse troppe, sfaccettature....tra queste, oggi, voglio dedicarmi al Tango...

E.Vilardo - Angolazioni di Tango - Acquerello e Pastelli su Carta - 2004-2005


In questo periodo si sente molto parlare di Tango Argentino.
Il Tango nasce verso il 1880 nella periferia delle Capitali del Plata, (Buenos Aires e Montevideo)
Oggi rappresenta un vero e proprio fenomeno di costume che, partito per l’appunto dal Sudamerica si è irradiato a livello planetario e, dopo oltre un secolo di vita, non accenna ad estinguersi.
In un solo termine si racchiudono tanti significati : una danza unica al mondo per la sua inventiva, la sua complessità e le sue combinazioni; una musica multietnica che sa aprirsi alle correnti più feconde dell’avanguardia; una finestra aperta sul patrimonio della cultura LatinoAmericana; una forza coesiva tra gli emigranti di ieri e gli esuli di oggi.

E. Vilardo - Angolazioni di Tango - Tecnica mista su Cartoncino - Particolare delle Gambe -
 2004-2005 - 4

Dire che il Tango è un “Ballo Sensuale” equivale a liquidarlo senza fare il minimo sforzo per capire la sua diversità ed il suo mistero. Il tango è una Danza Libera che non risponde ad una coreografia fissa : non c’è riproduzione ma solo improvvisazione. Il Tango è dunque un ballo componibile, modulato, ad incastri ed è sempre suscettibile di soluzioni diverse ed imprevedibili, le combinazioni sono infinite secondo, ovviamente, la padronanza e l’estro dei ballerini che tentano di rappresentare, muovendosi nello spazio, quella data musica che ascoltano.
Ma il vero mistero, la vera suadenza in un Tango avviene quando, tra i due ballerini, esiste quell’alleanza rigorosamente silenziosa che si chiama “Afinidad”, con questa s’intende : la conoscenza dell’altro, l’interazione, la parità, il godimento.
Mentre ballano i due imparano a ballare plasmandosi vicendevolmente. Due opposte individualità, equivalenti e interscambiabili.

E. Vilardo - Angolazioni di Tango - Tecnica mista su Cartoncino - Particolare delle Gambe - 
2004-2005 - 3



17 febbraio, 2012

Il "mio" Vespignani - 3


INCIDERE” DENTRO ALLE COSE, DENTRO ALLA VITA…

IL “MIO” VESPIGNANI  (Seconda Parte)

Ma non stiamo parlando di un Artista che finalizza il suo operato alla “Denuncia”, in modo sterile, freddo, razionale e puramente analitico , parliamo piuttosto di un Artista che ha subito, sofferto sulla propria pelle, e che si trova “Dentro alla Situazione” che va Denunciata.
La Denuncia è per lui un processo spontaneo .
Il “Bambino” comincia a parlare dopo un processo personale di apprendimento del mondo che lo circonda, finendo per rielaborare e riproporre ciò che sente, che vede .
Anche Vespignani effettua una rielaborazione di ciò che lo circonda, come fa il “Bambino” : ha rielaborato tutto quel groviglio di sensazioni subite sulla propria pelle od osservate come un semplice spettatore dal di fuori, “esplodendo” improvvisamente con quello che è il “Suo” modo di parlare : la sua Arte .
Intorno agli anni ’50 i suoi elaborati divengono sempre più cupi .
Predilige il bianco ed il nero, i toni ottenibili con le sfumature di grigio .
Questo suo cambiamento è comprensibile : mentre da ragazzo il segno era molto netto, quasi “umoristico”, tanto da poter essere accomunato ai classici dell’Espressionismo Tedesco , in seguito, con la maturità della pratica e del tempo, l’arte di Vespignani acquista un tono Lirico, Malinconico, Poetico .
In effetti gli anni della Guerra sono trascorsi, l’impatto emotivo forte, netto, senza via di scampo, tipico dei primissimi disegni “ha dato spazio al Tempo” .
I contorni divengono più sfumati, sgranati, gli oggetti, le persone, le piante, tutto diviene quasi etereo .
Sembra si tratti di Sogni materializzati sulla superficie cartacea .
Basta guardare a questo periodo per poter affermare quanto le opere di Vespignani sembrino evocare la “Poesia” .
Nel 1956, procedendo con questi toni, Vespignani rasenta, o meglio, sfiora la corrente dell’Informale , con un Figurativo che diviene sempre più Astratto .
Come accade, ad esempio, nell’Acquaforte - Acquatinta del 1958 : “Carcasse” .
I toni sono cupi, evanescenti ed il bianco e nero padroneggiano la scena .
Viene rappresentato un incidente stradale con la carcassa di un morto in primo piano .
E’ il suo modo di rappresentare la Società Consumistica che va a rotoli .
Il quadro ha toni estremamente cupi, a prima vista infonde tristezza per l’accaduto in sé, per l’incidente, per la persona investita, ma questa è solo l’apparenza delle cose .
C’è una Denuncia Sociale dietro l’Apparente Incidente Stradale, una denuncia che porta a riflettere, che ti sprona a non cadere negli errori del Consumismo , della Superficialità .
E’ una Denuncia, una Critica Personale ed una Condanna .
Ma l’Artista ci lascia anche la Speranza insieme agli altri sentimenti, ci fa intravedere le strisce di una Strada che porta lontano, che conduce da qualche parte oltre quell’incidente, oltre questa situazione, e forse potrebbe condurre a quel Mare che evanescente, (quasi come se avesse la stessa valenza di un’oasi nel deserto), lascia intravedere la luce dei raggi lunari che vi si specchiano dentro .
Anche in quest’Opera, dunque, c’è la voglia di guardare ad un Futuro Diverso, di sperare nelle “Piccole Cose” .
Comincia in questi anni a mostrare la sua “Ossessione” nei confronti della Figura Umana, l’artista scandaglia se stesso e le persone che lo circondano con la precisione di un Vivisezionatore di cadaveri .
Questo è il suo personale modo di “Guardare Dentro le Cose”, “Oltre le Cose” .
Come dimostrano la serie di Autoritratti ove l’artista ci mostra se stesso fino a raccontarci la minima piega della propria pelle .
Un modo per Guardarsi Dentro al fine di avere le basi per poter guardare anche Dentro gli Altri e Capire .
Vespignani cerca di Capire l’Uomo, la sua natura, i suoi desideri, le sue paure, le sue ossessioni, il suo cuore, la sua mente .
Nell’Acquaforte del 1980 “Tre autoritratti”, l’Artista raffigura le diverse età : Passato Presente e Futuro .
L’Emblema del “Guardare Dentro le Cose” lo conferma con una serie di lavori intitolati “Le Anatomie”, ove l’artista continua la sua “analisi” del corpo fino all’inverosimile giungendo addirittura alla trasformazione in visceri degli stessi indumenti.
 Intorno al 1991 Vespignani, nella piena Maturità, ci stupisce ancora una volta perché dall’Informale fa un ulteriore balzo in avanti con il cosiddetto “Ciclo Americano” .
Lui che ha sempre professato, secondo la sua ideologia Comunista, l’importanza della Trasformazione, pur rimanendo legato a quelli che sono i suoi Valori Profondi, ci dà un ulteriore saggio della sua Modernità con la mostra “Manhattan Transfer” presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma .
Come ci dimostra, ad esempio, il dipinto del 1997 su carta intelata dal titolo “Hard”, acceso e dai colori vivaci .
Oggi i temi da lui affrontati continuano a Bruciare tutti sulla nostra pelle, e forse è stato questo il suo Intento, ed è questa l’unica spiegazione da poter dare alle sue opere .
E’ una figura completa che ha sempre prodotto in modo spontaneo ciò che egli sentiva dal profondo , dal suo “Dentro” .
Ho deciso di parlarvi di Vespignani per il piacere di parlare di una persona che si sofferma a guardare alle “Piccole Cose”, cercando con queste di raggiungere le ”Grandi Cose”, o meglio cercando di far Comprendere, nell’Animo e non nell’Apparenza quali siano le “Grandi Cose” che fanno parte della vita di tutti .
Ho deciso di trattare l’Arte di Vespignani in quanto fermamente convinta del fatto che per guardare alle Bellezze della Vita non occorra escludere le cose Truci, le cose Tristi, le cose Negative, le cose che non vanno .
Apprezzo la figura di Vespignani in quanto rappresenta la Dedizione Profonda, Sentita nei confronti dell’Arte, nonché quella Pazienza verso il Disegno e quella voglia di “Guardare dentro” che, a mio modesto parere, dovrebbero caratterizzare ogni Animo sensibilmente “Artistico”




16 febbraio, 2012

Il "mio" Vespignani - 2


INCIDERE” DENTRO ALLE COSE, DENTRO ALLA VITA…

IL “MIO” VESPIGNANI  (Prima Parte)

Ho scoperto la figura di Renzo Vespignani quando ero ancora una bambina tra gli otto e i dieci anni. Per questo devo ringraziare mia madre che per un certo periodo della sua vita ha lavorato all'interno di una galleria d'arte a Catania come venditrice. Mia madre mi portava spesso con sé , ed io ho imparato a respirare Arte e Artisti,  a conoscere i “Mercati d’Arte” e gli Artisti Contemporanei più quotati .
Devo ammettere che forse è anche grazie a Vespignani che è cominciata la mia passione sfrenata per l’Arte, in generale, e per il Disegno, in modo particolare . Infatti quello che mi ha sempre colpito ed affascinato dell’Opera di Vespignani è la Forza Espressiva del suo Disegno .Il Disegno ha sempre avuto per me un posto di riguardo rispetto a tutte le altre Tecniche Artistiche, ed è per questo che Vespignani ha rappresentato, e continua a rappresentare, un mio sentito “Punto di Riferimento” . Ha posto le basi di molti miei lavori, mi ha ispirato, invogliato a parlare di me, del mio mondo avvalendomi degli "Strumenti Artistici".
Guardare al suo operato mi “Aiuta” a superare le incertezze, le paure, mi sprona a lavorare anche quando vorrei strappare tutto o “lasciar perdere”; lo considero un “Maestro”, nonostante non l’abbia mai conosciuto di persona : è la sua Arte che mi parla continuamente di lui, del suo Mondo, delle sue Paure, delle sue Insicurezze del suo Sentire Profondo .
Protagonista dell’opera di Vespignani è sempre la Periferia simbolo della “Sua” vita “pulsante ed infetta” . Attraverso i suoi Disegni e i suoi Quadri, Vespignani racchiude la vita in un “Puntiglioso Verismo´:  si tratta di opere nelle quali egli ha “impastato”  in maniera quasi Ossessionante gli elementi di una verità a cui egli guardò, con lo scorrere degli anni,  in maniera sempre più Obiettiva. Per questo motivo viene spesso definito un Artista appartenente alla corrente del "Neorealismo".
Personalmente credo sia riduttivo dare a Vespignani tale appellativo. Guttuso è da considerarsi l’esempio del pittore “Realista” , poiché preminente fu nel suo operato artistico la Contestualizzazione Politica . Vespignani, invece, ci parla della “sua” Realtà cercando, essenzialmente di Indagare l’Intimo dell’Uomo .
E propriodi questa "Sua" Vita, Vespignai, registra sia le Durezze che le Sofferenze.
Nonostante il suo “occhio” e la sua “mano” contribuiscano a rappresentare le atrocità del Mondo, egli riesce comunque a comunicare il suo Attaccamento alla Vita .
Ed è proprio questo che lo rende grande  : il Sentimento!
Vespignani cominciò a Disegnare e ad Incidere nel 1943, e cominciò proprio dalla rappresentazione della Borgata Romana ove era nato ed ove viveva, ridotta ad cumulo di macerie dai bombardamenti : ne ha seguito l’evoluzione durante tutta la vita, dando forma al Dolore, alla Violenza al Vizio . Egli ha dichiarato in un intervista d’appartenere a quella “Generazione che ha visto Morti Ammazzati, intorno a sé, in modo <<Massiccio>>” .
Alla giovane età di diciotto anni “esplode” furiosamente con una serie di disegni ove racconta gli Orrori della Guerra e dei conflitti Nazisti . E’ proprio in queste prime Opere che si può notare la sua voglia di Disegnare, di Comunicare e la Forza Espressiva di un “tratto giovanile” con cui “fare, creare ed esprimersi” . Senza paure, incessantemente, instancabilmente egli ci ha mostrato il “Suo” Mondo ; questo suo “coraggio” è visibile, ad esempio, nell’Acquaforte che realizzò nel 1944 dal titolo : “Vittime del 15 Febbraio”
In quest’Opera si comprende tutto di Vespignani, ancora ragazzo : i suoi occhi venivano continuamente colpiti, feriti, crucciati da questa “Brutalità”, da quest’Orrore Quotidiano creato dalla Guerra e dal dominio Nazista . Vespignani reagiva a tutto questo utilizzando la sua Mente, la sua Intelligenza, il suo Cuore e le sue Mani per Creare materialmente sulla carta, sulla lastra o sul dipinto una “Denuncia” .
Quest’Acquaforte esprime la Tristezza e la Crudeltà di quella Realtà, di quel Contesto Sociale in cui un giovane era costretto a dover sopravvivere  ed a “stringere i denti” .
Non avendolo vissuto in prima persona, il “Guardare” alle opere di Vespignani è un modo per Capire, o meglio per cercare di Capire, quant’è stata Crudele, Difficile e Straziante la vita in quegli anni di Guerre : a mio parere sarebbe importante che, nel Contesto Storico Contemporaneo, vi fosse un Artista capace di esprimere gli Orrori della “Nostra” Società con questa stessa Forza d’EspressioneAvere una persona che, come ha fatto Vespignani, ti porti a “Guardare alle Cose e nelle Cose” .
Quando penso ai lavori di Vespignani, soprattutto quelli dei primi anni, lo immagino come un ragazzo dagli occhi grandi, spalancati, simili a quelli di un Bambino che Guarda Stupito Cercando di Capire  . Forse l’unico modo che ha avuto di potersi ribellare a tutte le ingiustizie passate durante il periodo della Guerra fu proprio quello di cominciare a Disegnare .
Ma l’Arte di Vespignani non è semplicemente lo “Sfogo di un Adolescente” : essa è puro Sentimento  tracciato, inchiostrato, dipinto, incisoSul termine “Inciso” ho sempre voluto fare una precisazione personale : non si tratta, secondo me, solo di un termine che sta ad indicare la Tecnica ma è l’emblema della Forza Espressiva, del Sentimento, della Passione, della Contestazione Personale agli Orrori del Mondo…e nel caso specifico di Vespignani è, per tali motivi, l’Emblema della sua ArteEgli secondo me “Incide” l’Animo Umano .
Vespignani Incide e Taglia per mostrarci quello che si trova “Dentro´: Dentro la Realtà delle Cose…e  in questo modo ci fa “Ritrovare” la Vita !
Egli ha scovato i “Mali incurabili”, i Tumori Neri e sanguinolenti di un’intera Società ma nel contempo si è anche “Preso Cura” di quel Bello, di quel Buono, di ciò che di Positivo c’era da vivere allora . Per capire questo concetto basta guardare all’Acquaforte con Vernice Molle che realizzò intorno al 1981 : “Ponte dell’Industria”In terzo piano, come sfondo, ha rappresentato una Città : la lontananza, unita a toni molto sfumati, la rende evanescente, quasi si trattasse d’una “Città Fantasma”Ecco rappresentata in quest’Acquaforte la Città della sua Infanzia priva di struttura, di sostegni, di solidità a causa della Guerra in corso .
Sovrasta la città un ponte nero , che richiama a sé emozioni di desolazione . In primo piano, lontani da questo sfondo di “Città Fantasma”, di “Ponti Senza Confini” e senza mete conosciute, si stagliano delle piante, dei fiori, delle foglieVespignani ci parla di una “Nuova Vita” al di fuori del Contesto Cittadino, Suburbano, Industriale, ricordandoci della presenza di altre Piccole Cose, forse più significative ed importanti .
L’artista, superati i primi moti di Ripugnanza, raggiunge lo Stupore, la Meraviglia, quasi l’Incanto per la Vita. Vespignani Taglia ed Incide con l’Obiettività, con la Fermezza, con la Forza, con la Precisione, con il Raziocinio di un Chirurgo ma occorre anche precisare che oltre questo ci mette anche la Passione e, sopra ogni cosa,  la “Speranza”…
Ed eccoci giunti al nodo cruciale della questione, a ciò che rende il nostro “Eclettico” personaggio un vero Artista : “la Speranza”  .
La Speranza (intesa come  voglia di parlare di se stesso e del mondo che lo circonda, celata tra le pieghe degli Orrori Quotidiani , delle Ossessioni, delle Paure Future) è portatrice di quella voglia di Riscatto, di Rivalsa, di Cambiamento o meglio di Denuncia che porta ad un Cambiamento .





10 febbraio, 2012

Il "mio" Vespignani - 1


<< Non ci sono più scuole >>  ebbe a dire Picasso riferendosi al tempo nostro << ci sono soltanto Pittori >> .

E. Vilardo - Occhio - Matita su Carta - 2002

Un'altro artista a me caro è Renzo Vespignani la sua morte (2001) priva l’arte Contemporanea di uno dei suoi migliori protagonisti .
Il suo modo di disegnare, il suo modo di dipingere, il suo modo di trattare la figura umana, tutta la sua arte sono per me una continua fonte d'ispirazione .
Spero di riuscire a descrivere ogni minima sfaccettatura del suo modo d’intendere l’arte .
Scrive Guzzi su Vespignani : "Se come in un'epigrafe, a definizione della sua arte, si dovessero proporre solo alcune parole, quelle che vengono in mente sono occhio, mente, immaginazione, razionalità, manualità . Questo è Vespignani . Per il quale l'occhio è l'apertura d'uno spazio sulla realtà : nulla al di fuori di essa . […]
E ancor poco, se pur non vi fosse la razionalità (a correggere la passione) a comporre gli input originanti, di un'immagine (quadro acquaforte o disegno) facendo una costruzione ritmica .
Né avremmo mai un'opera di Vespignani se parimenti non vi fosse una manualità prodigiosa ed inventiva che, a servizio di occhio, mente, immaginazione e razionalità, traduce in realtà ulteriore la realtà dei fenomeni .
Così come quel suo insistere quasi nevrotico su una spanna di tela, che a qualcuno sembra modo se non di fiaccare l'immagine, di renderla più disegnata che dipinta a noi, viceversa, dà la chiara sensazione di un'inesausta ricerca di verità che solo può giungere ad un approdo proprio insistendo sui suoi stessi termini.
E ciò è per l'assieme dell'opera .
Esperienze che, con i propri linguaggi, costituiscono un'unità .
Non è lecito, infatti, se vuol intendersene il valore, considerare separatamente pittura disegno e grafica, ma quali momenti esattamente sincronici.
Possibilità parallele e, a volte, convergenti per tematica sintassi e morfologia " .
A tal proposito mi viene al momento una citazione d’uopo all’argomento: “L’artista, ormai più non si accontenta dell’apparenza delle cose, e…la sua ricerca si spinge aldilà della percezione, per esplorare l’essenza ed il senso del reale >> (Jaffè) .
Mi sembra, e basta guardare a tutto il suo operato, che questo sia stato il comportamento che per anni ha accompagnato il nostro Vespignani nel suo personale “Viaggio” verso…il “Pianeta…Arte” …

08 febbraio, 2012

La Grafica Liberty - 4


Nell’Art Nouveau, o meglio, nel Liberty, l’essenza di tutto è la “Potenza della Linea”.
Ed è questa “potenza” a cui amo accingere energie per elaborare alcuni aspetti del mio personale modo di rappresentare una "potenza" che sento vicina al mio mondo interiore.
Comprendere quest'affinità mi ha portato, senza dubbio, ad una maggiore consapevolezza dei miei mezzi espressivi. Mi ha aiutato a comprendere che prediligo nettamente, e sopra ogni cosa, il disegno e la linea, che è il suo principale mezzo espressivo, mentre trovo meno agevole rendere le forme mediante i toni e le masse di colore (caratteristica fondamentale della pittura ad olio ed a tempera).

E.Vilardo - Affresco Quattro Stagioni "Particolare dell'Estate"- tecnica ad Affresco - 2005 

E.Vilardo - Affresco Quattro Stagioni "L'Estate"- tecnica ad Affresco - 2005 

E.Vilardo - Affresco Quattro Stagioni "Particolare dell'Estate"- tecnica ad Affresco - 2005 


Ma anch’esso è una trama che si tesse, mediante la sovrapposizione di velature quasi trasparenti che, strato dopo strato, si sovrappongono   fino ad ottenere un proprio corpo ed una propria anima vibrante.     
Per questo il mio lavoro risulta come un ricamo di linee dove il colore assume, quasi, una funzione di sottofondo musicale.
Mi sono ispirata anche agli esempi di grandi esponenti quali : J. Ensor, K. Moser, G. Klimt, P. Behrens, R. Witzel, O. Eckmann, A. Endell, A. Munch, G. De Feure, A. Mucha, ecc.

07 febbraio, 2012

La Grafica Liberty - 3


Il processo di distillazione razionale  tende, sempre più, a prevalere sul momento istintivo. Questa è una sensazione che avverto anche nel mio modo di disegnare, a volte è come se ogni Linea mi servisse ad “imbrigliare”, un po’ di me al  foglio. Mi piace esprimermi attraverso l’istinto eppure, col passare del tempo, ho capito che una logica data dalle cose stesse, una logica “spontanea, non matematica e severa … è necessaria!

E.Vilardo - Donna - Chine su Cartoncino - 2006 
L'artista Van de Velde ha piena consapevolezza di questo percorso e ne chiarisce le tappe :  << Ho fatto tentativi in cui la linea ... acquistava un'espressione spi­rituale, ed assurgeva a un significato universale. Ma in seguito tornai a riconoscerle la sua vita propria, restituendole le risorse che possiede in sé … [¼] Quando dico che una Linea è una forza, affermo qualcosa di emi­nentemente concreto : essa trae la sua forza dall'energia di colui che l'ha tracciata. Questa forza e questa energia operano sul mec­canismo dell'occhio nel senso che gli impongono determinate dire­zioni; le quali si integrano a vicenda, si fondono e infine costituiscono determinate forme. Nulla in tutto ciò va perduto, né forza né energia. Una decorazione così realizzata, tratta dai reciproci effetti delle forze elementari, raggiunge la forma pura e inalterabile d’una deduzione matematica e conserva forza e vitalità indistruttibili >>.

01 febbraio, 2012

La Grafica Liberty - 2


In realtà la Linea di Van de Velde, se nasce come segno espres­sivo, come riflesso di uno stato d'animo che tende a coinvolgere, a contagiare lo spettatore, si sviluppa rigorosamente come disvelamento di una realtà strutturale ed obbedisce ad una vera e propria logica. E’ per questo che l'impulso spontaneo gestuale da cui nasce viene per così dire “esor­cizzato“ dal controllo razionale che ha come obiettivo quello di rendere ogni forma dimostrabile.
Van de Velde continua spiegando che : << ... Il singolo ornamento nasce necessariamente dalle due o tre Linee che noi, spinti da una forza inconscia, come da un grido, tracciamo senz'altra riflessione sulla carta. 

E.Vilardo - Donna - Pastello su Carta - 2004-2005 - 

Ma una volta stabilite queste linee dominanti, tutto ciò che resta da fare è un lavoro di derivazione, in cui bisogna rendersi esattamente conto di quelle che la composizione nel suo insieme richiede, di quelle che sono vietate e di quelle che si rendono necessarie come integrazione. Come i colori, anche le Linee hanno i loro valori complementari. Una linea richiama una determinata direzione di un'altra, così come il violetto chiama l'arancione, il rosso chiama il verde e così via >>